• Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) vi sono 168 milioni di bambini che lavorano. Modelli economici che concentrano grandi ricchezze in poche mani, politiche sociali inadeguate, guerre, disastri ambientali, basse aspettative di vita alla nascita sono tra i motivi per cui i bambini si trovano fin da piccoli ad autosostenersi.

  • Oltre alla povertà economica non manca però la componente di tipo sociale: spesso è il modello familiare diffuso nei paesi “in via di sviluppo” a prevedere l’apporto di tutti i suoi componenti per garantire le entrate necessarie al loro sostentamento.

  • La mancanza di istruzione è causa e conseguenza del lavoro minorile: chi deve lavorare non va a scuola perché le scuole non sono strutturate per accoglierlo; ma l’analfabetismo relega i bambini lavoratori in una condizione di inferiorità e facile sfruttamento.

  • La realtà dei bambini lavoratori, oltre ai fattori economici, è legata all’idea che una determinata società ha dell’infanzia e del ruolo che i bambini svolgono al suo interno.

  • I Movimenti dei Bambini e Adolescenti Lavoratori sono presenti in America Latina, Africa e Asia fin dagli inizi degli anni ’70: in spagnolo sono i NATsNiños y Adolescentes Trabajadores; in francese gli EJTEnfants et Jeunes Travailleurs; in inglese i WCYWorking Children and Youth.

  • Queste organizzazioni locali sono un fondamentale e spesso unico strumento di tutela e di promozione dei loro diritti. Hanno progetti che toccano le seguenti linee d'azione: educazione ai diritti, istruzione, salute, ricreazione, partecipazione, organizzazione. I principi che guidano questo percorso sono quelli del protagonismo di bambini e adolescenti e del rispetto dei diritti.

  • Le Attività Generatrici di Reddito (AGR) coinvolgono i Bambini e Giovani Lavoratori (in francese EJT = Enfants et Jeunes Travailleurs) che sono, per definizione, impegnati in attività di carattere economico.

  • Donano loro la speranza di poter migliorare le loro condizioni di vita e di uscire così dalla povertà, perché permettono di essere indipendenti, di staccarsi dalla logica di sussistenza e di intervenire in prima persona, diventando imprenditori del proprio futuro.

Nel 1994 a Bouaké (Costa d’Avorio) nel corso di una riunione promossa da una ONG francese, un gruppo di bambini lavoratori provenienti da Costa d’Avorio, Togo, Burkina Faso e Senegal propose un laboratorio sui Diritti dell'Infanzia, studiando la Convenzione Internazionale approvata dall'Onu. Dopo un approfondito lavoro i ragazzi presenti decisero di stilare un elenco di quelli che, secondo loro, erano i diritti più importanti e decisivi.

Ne scaturì una lista di 12 diritti necessari a migliorare la loro situazione e sui quali tutto il nascente Movimento si sarebbe impegnato non solo a rivendicarli ma soprattutto a concretizzarli:

Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)

  • Lo sradicamento del lavoro infantile è diventato la sua crociata sin dalla fondazione dell’Organizzazione, che si pone alla testa dell’approccio abolizionista.

  • Tra i principali strumenti legislativi con cui agisce vi è la Convenzione n° 138 sull’età minima (approvata nel 1973) la quale stabilisce che per l’ammissione al lavoro si deve prima aver assolto l’obbligo scolastico e, in ogni caso, avere più di 15 anni (art.3).