Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)

  • Lo sradicamento del lavoro infantile è diventato la sua crociata sin dalla fondazione dell’Organizzazione, che si pone alla testa dell’approccio abolizionista.

  • Tra i principali strumenti legislativi con cui agisce vi è la Convenzione n° 138 sull’età minima (approvata nel 1973) la quale stabilisce che per l’ammissione al lavoro si deve prima aver assolto l’obbligo scolastico e, in ogni caso, avere più di 15 anni (art.3).

  • Nel 1999 è stata redatta la Convenzione n° 182 che stabilisce le peggiori forme di lavoro, dalle quali bambini e adolescenti devono essere assolutamente esclusi: schiavitù, reclutamento obbligatorio nei conflitti armati, prostituzione e pornografia, produzione e traffico di stupefacenti, tutti i lavori che per loro natura ne compromettano salute, sicurezza e moralità.

UNICEF

  • Sostiene un approccio pragmatico nei confronti del lavoro infantile, risultato della mediazione degli articoli 12, 19 e 32 contenuti nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (1989).

  • Condanna di fondo del lavoro infantile, ma sostiene anche la necessità di una contestualizzazione concreta della diffcile realtà socio-economica in cui si trova la maggior parte dei bambini lavoratori, che non può essere ignorata.

  • Non essendo possibile l’abolizione totale del fenomeno nell’immediato, ritiene opportuno, nell’interesse superiore del bambino, intensificare gli sforzi per l’eliminazione delle sue “peggiori forme”. 

  • Interviene promuovendo progetti per contenere il "problema", nel tentativo di migliorare le condizioni di vita dei bambini e ragazzi, incentivando la loro educazione scolastica e contribuendo al bilancio familiare.